Il Saggio sull’intelletto umano di Locke ha segnato un punto di svolta nella storia delle idee linguistiche e ha influenzato in modo determinante la cultura europea. Partendo dall’analisi di alcuni aspetti centrali della filosofia lockiana del linguaggio (la teoria del segno, la semantica, il rapporto tra logica e semiotica, la critica dell’innatismo con il conseguente rifiuto del concetto di autorità, l’empirismo linguistico), il libro si propone di ricostruire l’influsso che Locke ha esercitato sulla filosofia dell’illuminismo, seguendo due percorsi che per molti versi si intrecciano tra di loro. Il primo percorso - attraverso l’analisi degli scritti di Condillac, La Mettrie, Holbach, Diderot, Herder e Tracy - focalizza due fondamentali nuclei tematici: in primo luogo il tema del confronto tra il linguaggio umano e i sistemi comunicativi degli animali, a sua volta collegato con la spinosa questione se il linguaggio differenzi e renda unica la specie umana rispetto alle altre specie animali, oppure se, al contrario, sia presente, certo con forme e risultati molti diversi, in tutte le specie animali. In secondo luogo il tema dell’analisi delle idee, di come si costruiscono e si organizzano al loro interno i significati delle parole e di quanto le lingue storico-naturali siano condizionate dai fattori sensibili e percettivi. Il secondo percorso, invece, concerne l’analisi del rapporto tra linguaggio e società, che ha coinvolto i maggiori esponenti della cultura linguistica italiana: da Beccaria a Genovesi, da Verri a Ortes e Filangieri. La ricostruzione storica si conclude con la figura di Giacomo Leopardi, cui sono dedicati i due capitoli dell’appendice. Infatti, molti temi della filosofia leopardiana (il rapporto mente-corpo e quello pensiero-linguaggio, l’indeterminatezza semantica, la teoria del piacere, la critica dell’antropocentrismo, l’interdisciplinarietà, la genesi delle idee, ecc.) derivano da un confronto costante con il pensiero illuminista, di cui Leopardi difende sempre il valore e l’originalità, contrapponendolo alla cultura del suo secolo, verso la quale prova invece una forte estraneità.

Prato, A. (2012). Filosofia e linguaggio nell'età dei lumi. Da Locke agli idéologues. Bologna : Odoya - I libri di Emil.

Filosofia e linguaggio nell'età dei lumi. Da Locke agli idéologues

Prato A
2012-01-01

Abstract

Il Saggio sull’intelletto umano di Locke ha segnato un punto di svolta nella storia delle idee linguistiche e ha influenzato in modo determinante la cultura europea. Partendo dall’analisi di alcuni aspetti centrali della filosofia lockiana del linguaggio (la teoria del segno, la semantica, il rapporto tra logica e semiotica, la critica dell’innatismo con il conseguente rifiuto del concetto di autorità, l’empirismo linguistico), il libro si propone di ricostruire l’influsso che Locke ha esercitato sulla filosofia dell’illuminismo, seguendo due percorsi che per molti versi si intrecciano tra di loro. Il primo percorso - attraverso l’analisi degli scritti di Condillac, La Mettrie, Holbach, Diderot, Herder e Tracy - focalizza due fondamentali nuclei tematici: in primo luogo il tema del confronto tra il linguaggio umano e i sistemi comunicativi degli animali, a sua volta collegato con la spinosa questione se il linguaggio differenzi e renda unica la specie umana rispetto alle altre specie animali, oppure se, al contrario, sia presente, certo con forme e risultati molti diversi, in tutte le specie animali. In secondo luogo il tema dell’analisi delle idee, di come si costruiscono e si organizzano al loro interno i significati delle parole e di quanto le lingue storico-naturali siano condizionate dai fattori sensibili e percettivi. Il secondo percorso, invece, concerne l’analisi del rapporto tra linguaggio e società, che ha coinvolto i maggiori esponenti della cultura linguistica italiana: da Beccaria a Genovesi, da Verri a Ortes e Filangieri. La ricostruzione storica si conclude con la figura di Giacomo Leopardi, cui sono dedicati i due capitoli dell’appendice. Infatti, molti temi della filosofia leopardiana (il rapporto mente-corpo e quello pensiero-linguaggio, l’indeterminatezza semantica, la teoria del piacere, la critica dell’antropocentrismo, l’interdisciplinarietà, la genesi delle idee, ecc.) derivano da un confronto costante con il pensiero illuminista, di cui Leopardi difende sempre il valore e l’originalità, contrapponendolo alla cultura del suo secolo, verso la quale prova invece una forte estraneità.
2012
9788866800293
Prato, A. (2012). Filosofia e linguaggio nell'età dei lumi. Da Locke agli idéologues. Bologna : Odoya - I libri di Emil.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/1069529