Il volume prende spunto da due seminari organizzati presso l'ateneo senese nell'aprile e maggio 2017, incentrati sulla narrazione del passato. Fa parte delle attività e degli esiti del Progetto di Rilevante Interesse Nazionale 2015 (PRIN) “Archeologia al futuro. Teoria e prassi dell’Archeologia Pubblica” delle Università di Foggia, Firenze, Macerata, Padova, Roma TRE, Padova, Sassari e Siena. L’unità di ricerca senese, coordinata da Valenti, è impegnata soprattutto in attività di archeologia di comunità e di comunicazione nonché nell’Open Air Museum Archeodromo di Poggibonsi; una realtà esperienziale basata sulla quotidianità di un villaggio del periodo carolingio dove si fondono ricostruzione delle strutture insediative, archeologia sperimentale, reenactment, storytelling, partecipazione attiva del pubblico, didattica e formazione, per costruire un sano senso dell’orgoglio identitario peraltro allargato anche a soggetti esterni. Proprio dall’esperienza comunicativa poggibonsese prendono avvio i due seminari che hanno riguardato il “Time Travel”, argomento molto forte e dibattuto a livello europeo che da qualche anno, seppur in ritardo, è arrivato anche in Italia. Si è declinato il “Reenactment” nel seminario di aprile, i “Contesti archeologici e loro rappresentazione” in quello di maggio. La scelta delle tematiche affrontate ha quindi riguardato approcci diversi: la ricostruzione storica di genere rievocativo interpretata nell’ottica dell’indispensabile filologia; la restituzione tridimensionale di componenti delle società passate, anch’esse a scopo comunicativo e attente alla materialità, ma destinate a essere osservate più che vissute sebbene ugualmente capaci di stimolare attenzione, riflessione, sensazioni: ricostruzioni facciali, plastici, ricostruzioni sperimentali di capanne. Il volume trova la propria ragione di essere nella convinzione che nel mestiere dell’archeologo e dello storico non si debba considerare concluso il percorso di ricerca solo con l’elaborazione dei dati e la loro pubblicazione. La parte finale è senz’altro il comunicare al grande pubblico i risultati delle indagini e renderli strumenti divulgativi, didattici e di crescita culturale per tutti; tenendo sempre conto di trovarci di fronte a non specialisti, bensì a persone che possono apprezzare il passato e riconoscerne il ruolo sociale se non produttivo a condizione di tenere un narrato accessibile. Se oggi questa esigenza pare sempre più sentita, le resistenze o le posizioni da “torre d’avorio” sono però ancora ben radicate; con atteggiamenti variabili tra un riconoscimento, seppur senza convinzione, del dovere necessariamente dialogare con l’esterno facendoci capire e l’affidarsi ai così detti specialisti della comunicazione o alla tecnologia. Nel volume invece si sostiene che non sia opportuno delegare la comunicazione ma si renda necessario o improrogabile imparare a farla in prima persona, cercando le soluzioni reputate migliori al contesto da rendere pubblico.

Valenti, M. (2018). Dalle fonti alla narrazione. Ricostruzione storica per il racconto della quotidianità.. Sesto Fiorentino, Firenze : Edizioni all’Insegna del Giglio s.a.s..

Dalle fonti alla narrazione. Ricostruzione storica per il racconto della quotidianità.

Marco Valenti
2018-01-01

Abstract

Il volume prende spunto da due seminari organizzati presso l'ateneo senese nell'aprile e maggio 2017, incentrati sulla narrazione del passato. Fa parte delle attività e degli esiti del Progetto di Rilevante Interesse Nazionale 2015 (PRIN) “Archeologia al futuro. Teoria e prassi dell’Archeologia Pubblica” delle Università di Foggia, Firenze, Macerata, Padova, Roma TRE, Padova, Sassari e Siena. L’unità di ricerca senese, coordinata da Valenti, è impegnata soprattutto in attività di archeologia di comunità e di comunicazione nonché nell’Open Air Museum Archeodromo di Poggibonsi; una realtà esperienziale basata sulla quotidianità di un villaggio del periodo carolingio dove si fondono ricostruzione delle strutture insediative, archeologia sperimentale, reenactment, storytelling, partecipazione attiva del pubblico, didattica e formazione, per costruire un sano senso dell’orgoglio identitario peraltro allargato anche a soggetti esterni. Proprio dall’esperienza comunicativa poggibonsese prendono avvio i due seminari che hanno riguardato il “Time Travel”, argomento molto forte e dibattuto a livello europeo che da qualche anno, seppur in ritardo, è arrivato anche in Italia. Si è declinato il “Reenactment” nel seminario di aprile, i “Contesti archeologici e loro rappresentazione” in quello di maggio. La scelta delle tematiche affrontate ha quindi riguardato approcci diversi: la ricostruzione storica di genere rievocativo interpretata nell’ottica dell’indispensabile filologia; la restituzione tridimensionale di componenti delle società passate, anch’esse a scopo comunicativo e attente alla materialità, ma destinate a essere osservate più che vissute sebbene ugualmente capaci di stimolare attenzione, riflessione, sensazioni: ricostruzioni facciali, plastici, ricostruzioni sperimentali di capanne. Il volume trova la propria ragione di essere nella convinzione che nel mestiere dell’archeologo e dello storico non si debba considerare concluso il percorso di ricerca solo con l’elaborazione dei dati e la loro pubblicazione. La parte finale è senz’altro il comunicare al grande pubblico i risultati delle indagini e renderli strumenti divulgativi, didattici e di crescita culturale per tutti; tenendo sempre conto di trovarci di fronte a non specialisti, bensì a persone che possono apprezzare il passato e riconoscerne il ruolo sociale se non produttivo a condizione di tenere un narrato accessibile. Se oggi questa esigenza pare sempre più sentita, le resistenze o le posizioni da “torre d’avorio” sono però ancora ben radicate; con atteggiamenti variabili tra un riconoscimento, seppur senza convinzione, del dovere necessariamente dialogare con l’esterno facendoci capire e l’affidarsi ai così detti specialisti della comunicazione o alla tecnologia. Nel volume invece si sostiene che non sia opportuno delegare la comunicazione ma si renda necessario o improrogabile imparare a farla in prima persona, cercando le soluzioni reputate migliori al contesto da rendere pubblico.
2018
978-88-7814-873-4
Valenti, M. (2018). Dalle fonti alla narrazione. Ricostruzione storica per il racconto della quotidianità.. Sesto Fiorentino, Firenze : Edizioni all’Insegna del Giglio s.a.s..
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/1056426