Laureato in giurisprudenza, commendatore, cav. dell’Ordine Mauriziano, grand’ufficiale della Repubblica, entrò in carriera nel 1910. Prefetto di Arezzo (prima nomina) dall'8 settembre al 24 ottobre 1943. Messo a disposizione fra ottobre 1943 e febbraio 1944, venne collocato a riposo per ragioni di servizio dal governo fascista nel 1944. Il suo arrivo ad Arezzo coincise con un’atmosfera irrealmente serena. Il Comitato Provinciale di Concentrazione Antifascista salutò il nuovo prefetto presso il Palazzo del Governo assicurandogli pieno appoggio. Soldaini era stato nominato dal governo Badoglio: per questo fu qualificato come “nuovo prefetto antifascista”. Nonostante avesse posto la sua firma, d’ordine dei tedeschi secondo l’ordinanza del maresciallo Kesselring, sul manifesto di consegna delle armi imposta ai civili, Soldaini, rimasto in contatto col CPCA, ai primi d'ottobre dovette abbandonare l'ufficio e nascondersi a Firenze. Liberata Arezzo gli venne rigettata la richiesta di riprendere servizio sotto il legittimo governo. Dal 18 settembre, da poco insediato, si era reso protagonista di un caso raro: fece pubblicare su La Nazione un comunicato mediante il quale invitava i cittadini a prendere parte a una sorta di guardia civica, per provvedere con mezzi straordinari, nell’interesse della popolazione, alla tutela dell’ordine pubblico. Tornato in servizio fu prefetto in varie sedi, ultima destinazione Firenze. Collocato a riposo a sessantacinque anni

Garofoli, A. (2008). Soldaini Giuseppe. Il prefetto dell'armistizio.

Soldaini Giuseppe. Il prefetto dell'armistizio

GAROFOLI, ALESSANDRO
2008-01-01

Abstract

Laureato in giurisprudenza, commendatore, cav. dell’Ordine Mauriziano, grand’ufficiale della Repubblica, entrò in carriera nel 1910. Prefetto di Arezzo (prima nomina) dall'8 settembre al 24 ottobre 1943. Messo a disposizione fra ottobre 1943 e febbraio 1944, venne collocato a riposo per ragioni di servizio dal governo fascista nel 1944. Il suo arrivo ad Arezzo coincise con un’atmosfera irrealmente serena. Il Comitato Provinciale di Concentrazione Antifascista salutò il nuovo prefetto presso il Palazzo del Governo assicurandogli pieno appoggio. Soldaini era stato nominato dal governo Badoglio: per questo fu qualificato come “nuovo prefetto antifascista”. Nonostante avesse posto la sua firma, d’ordine dei tedeschi secondo l’ordinanza del maresciallo Kesselring, sul manifesto di consegna delle armi imposta ai civili, Soldaini, rimasto in contatto col CPCA, ai primi d'ottobre dovette abbandonare l'ufficio e nascondersi a Firenze. Liberata Arezzo gli venne rigettata la richiesta di riprendere servizio sotto il legittimo governo. Dal 18 settembre, da poco insediato, si era reso protagonista di un caso raro: fece pubblicare su La Nazione un comunicato mediante il quale invitava i cittadini a prendere parte a una sorta di guardia civica, per provvedere con mezzi straordinari, nell’interesse della popolazione, alla tutela dell’ordine pubblico. Tornato in servizio fu prefetto in varie sedi, ultima destinazione Firenze. Collocato a riposo a sessantacinque anni
2008
Garofoli, A. (2008). Soldaini Giuseppe. Il prefetto dell'armistizio.
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