Il contributo prende in considerazione le principali trasformazioni che portarono al passaggio dalla concezione della ‘follia’ a quella multidimensionale della ‘malattia mentale’ in relazione al cambiamento del contesto socio-culturale e al riconoscimento delle logiche di potere ad esso sotteso. Per tale motivo viene ricostruito il dibattito scientifico alla base della rivoluzione antipsichiatrica degli anni Sessanta e Settanta. Come è noto, in quel periodo il movimento si è nutrito, tra le altre, delle analisi della sociologia americana e, in particolare, delle ricerche socio-etnografiche condotte da Erving Goffman su alcuni ospedali psichiatrici rappresentati come “istituzioni totali” ovvero luoghi fondati su sistematiche pratiche di spoliazione e regressione messe in atto nei confronti dei pazienti-degenti. Tali studi hanno costituito il punto di partenza per l’azione di denuncia realizzata dall’équipe psichiatrica coordinata da Franco Basaglia a Gorizia prima e a Trieste poi, e da Agostino Pirella ad Arezzo. Il saggio si concentra inizialmente sul ruolo giocato dalle istituzioni totali per poi passare ad approfondire quelle esperienze cruciali che, con specifico riferimento alla trasformazione del manicomio aretino, hanno innescato il cambiamento portando alla chiusura dell’istituzione attraverso il rifiuto della custodia e la rivendicazione di strumenti di cura del disagio mentale tra cui comunità terapeutica, socialità, partecipazione attiva. Per quanto riguarda questa prima analisi, si è proceduto alla selezione di alcune cartelle cliniche di pazienti conservate presso l’Archivio dell’ex Ospedale psichiatrico di Arezzo e sono state effettuate interviste a psichiatri e psicologi coinvolti nel processo di de-istituzionalizzazione.
Bianchi, F. (2017). Follia, stigma, istituzione totale. Il percorso verso la salute mentale nell’esperienza dell’ONP di Arezzo. In Asili della follia. Storie e pratiche di liberazione nei manicomi toscani (pp. 193-208). Pisa : Pacini.
Follia, stigma, istituzione totale. Il percorso verso la salute mentale nell’esperienza dell’ONP di Arezzo
Bianchi Francesca
2017-01-01
Abstract
Il contributo prende in considerazione le principali trasformazioni che portarono al passaggio dalla concezione della ‘follia’ a quella multidimensionale della ‘malattia mentale’ in relazione al cambiamento del contesto socio-culturale e al riconoscimento delle logiche di potere ad esso sotteso. Per tale motivo viene ricostruito il dibattito scientifico alla base della rivoluzione antipsichiatrica degli anni Sessanta e Settanta. Come è noto, in quel periodo il movimento si è nutrito, tra le altre, delle analisi della sociologia americana e, in particolare, delle ricerche socio-etnografiche condotte da Erving Goffman su alcuni ospedali psichiatrici rappresentati come “istituzioni totali” ovvero luoghi fondati su sistematiche pratiche di spoliazione e regressione messe in atto nei confronti dei pazienti-degenti. Tali studi hanno costituito il punto di partenza per l’azione di denuncia realizzata dall’équipe psichiatrica coordinata da Franco Basaglia a Gorizia prima e a Trieste poi, e da Agostino Pirella ad Arezzo. Il saggio si concentra inizialmente sul ruolo giocato dalle istituzioni totali per poi passare ad approfondire quelle esperienze cruciali che, con specifico riferimento alla trasformazione del manicomio aretino, hanno innescato il cambiamento portando alla chiusura dell’istituzione attraverso il rifiuto della custodia e la rivendicazione di strumenti di cura del disagio mentale tra cui comunità terapeutica, socialità, partecipazione attiva. Per quanto riguarda questa prima analisi, si è proceduto alla selezione di alcune cartelle cliniche di pazienti conservate presso l’Archivio dell’ex Ospedale psichiatrico di Arezzo e sono state effettuate interviste a psichiatri e psicologi coinvolti nel processo di de-istituzionalizzazione.File | Dimensione | Formato | |
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