Il saggio affronta il tema cruciale, che da tempo impegna sia i giudici nazionali che le Corti europee, relativo al diritto a non essere giudicati o puniti due volte per il medesimo fatto illecito (principio del ne bis in idem), prendendo le mosse dalla sentenza della Corte cost. n. 102 del 2016. Una pronuncia, che sebbene di inammisibilità, offre l’occasione per ripercorre gli orientamenti sul tema del divieto di bis in idem sia della Corte di Strasburgo che della Corte di Lussemburgo, nonché per fare un raffronto, a seguito della sentenza Grande Stevens, tra l ’attendismo della Corte costituzionale italiana e l’implementazione del principio di ne bis in idem da parte del Conseil constitutionel francese.Viene altresì analizzato il possibile “seguito” della sent. 102 del 2016, ossia l’interpretazione convenzionalmente conforme dell’art. 649 c.p.p., via perseguibile utilmente, e in realtà già perseguita da alcuni giudici, sebbene non idonea a superare tutte le problematiche discendenti dall’applicazione della normativa impugnata. L’altra via suggerita dalla dottrina concernente l’applicazione diretta dell’art. 50 CDFUE è ritenuta invece difficilmente percorribile, perché non in linea con la giurisprudenza costituzionale né con gli orientamenti della Corte di giustizia. Nel trarre le conclusioni, si sottolinea come la Corte avrebbe dovuto essere più incisiva nella tutela dei diritti (nella specie nel tutelare il diritto a non essere perseguito due volte per il medesimo fatto) e non negare l’intervento additivo, fermo restando che in questa materia è imprescindibile un intervento legislativo, che solo può offrire una soluzione sistemica

Bindi, E. (2016). Corte costituzionale e doppio binario sanzionatorio (riflessioni a margine della sent. n. 102 del 2016). LE SOCIETÀ(10), 1131-1144.

Corte costituzionale e doppio binario sanzionatorio (riflessioni a margine della sent. n. 102 del 2016)

BINDI, ELENA
2016-01-01

Abstract

Il saggio affronta il tema cruciale, che da tempo impegna sia i giudici nazionali che le Corti europee, relativo al diritto a non essere giudicati o puniti due volte per il medesimo fatto illecito (principio del ne bis in idem), prendendo le mosse dalla sentenza della Corte cost. n. 102 del 2016. Una pronuncia, che sebbene di inammisibilità, offre l’occasione per ripercorre gli orientamenti sul tema del divieto di bis in idem sia della Corte di Strasburgo che della Corte di Lussemburgo, nonché per fare un raffronto, a seguito della sentenza Grande Stevens, tra l ’attendismo della Corte costituzionale italiana e l’implementazione del principio di ne bis in idem da parte del Conseil constitutionel francese.Viene altresì analizzato il possibile “seguito” della sent. 102 del 2016, ossia l’interpretazione convenzionalmente conforme dell’art. 649 c.p.p., via perseguibile utilmente, e in realtà già perseguita da alcuni giudici, sebbene non idonea a superare tutte le problematiche discendenti dall’applicazione della normativa impugnata. L’altra via suggerita dalla dottrina concernente l’applicazione diretta dell’art. 50 CDFUE è ritenuta invece difficilmente percorribile, perché non in linea con la giurisprudenza costituzionale né con gli orientamenti della Corte di giustizia. Nel trarre le conclusioni, si sottolinea come la Corte avrebbe dovuto essere più incisiva nella tutela dei diritti (nella specie nel tutelare il diritto a non essere perseguito due volte per il medesimo fatto) e non negare l’intervento additivo, fermo restando che in questa materia è imprescindibile un intervento legislativo, che solo può offrire una soluzione sistemica
2016
Bindi, E. (2016). Corte costituzionale e doppio binario sanzionatorio (riflessioni a margine della sent. n. 102 del 2016). LE SOCIETÀ(10), 1131-1144.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/1004607